Una lettera di poche righe inviata tramite e-mail a docenti, studenti e personale amministrativo, un’altra inviata direttamente al ministro Valeria Fedeli: queste le dimissioni del rettore Mario Panizza dell’Università di Roma Tre.
“Dopo quattro anni di intenso lavoro, finora condiviso, partecipato e pieno di soddisfazioni – scrive – prendo atto dell’impossibilità di attuare alcune azioni, tra cui un importante finanziamento del ministero per il miglioramento delle vostre infrastrutture”. Il casus belli sembra essere stato il rifiuto da parte del cda di approvare una richiesta al Miur di un finanziamento, già a disposizione, per creare un dormitorio all’interno dell’edificio frigoriferi dell’ex Mattatoio. Ma gli oppositori alla delibera si difendono: “Il manufatto è ancora di proprietà del comune e quindi tecnicamente non potevamo partecipare al bando del Ministero”, afferma Fabrizio De Filippis, docente della facoltà di economia. Ma i più informati parlano di dissidi che si prolungano da molto tempo. Infatti Panizza, eletto nel 2013, avrebbe sotto il suo mandato premiato molti esterni basandosi sul merito che sulle logiche interne di baronia, mettendosi contro così il cda dell’ateneo romano. Voci, però, smentite dal cda, ma non da Panizza che per il momento non si espone: “Almeno fino a quando la ministra non accetterà le dimissioni”.
Ed ora permane l’imbarazzo per la modalità anomala di quella che sembra a tutti gli effetti una richiesta di supporto alla Ministra dell’Istruzione. “Normalmente un rettore comunica le sue dimissioni agli organi politici dell’ateneo”, conclude De Filippis.
L’ateneo precisa: “Prendiamo atto di quanto scritto dal rettore, che resta in carica fino all’eventuale decreto di accettazione delle dimissioni da parte della ministra Fedeli continuando a svolgere le sue funzioni istituzionali, garantendo in tal modo a Roma Tre il regolare svolgimento delle attività attinenti alla Didattica, alla Ricerca e all’Amministrazione”.
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