Usi lo smartphone in classe? Se sei recidivo devi pulire i bagni

Dieci giorni dopo l’entrata in vigore del nuovo regolamento sull’utilizzo del telefonino a scuola, qualche allievo dell’Iti pizzicato a usarlo in classe se l’era visto sequestrare e mettere in cassaforte, in attesa di essere riconsegnato ai genitori. Ma ad alcuni studenti la lezione non è bastata, e a un mese dal giro di vite per un gruppo di allievi è già scattata la misura disciplinare dei «lavori forzati»: dovranno fare le pulizie nei corridoi e riordinare documenti vari.
Il caso in un istituto di Biella, dove è stato appovato un nuovo regolamento disciplinare sull’uso dello smartphone il leggera controtedenza rispetto alle dichiarazioni dell’ultimo ministro dell’Istruzione in merito. Il nuovo decalogo dell’Iti, infatti, è breve: tre pagine per spiegare che lo smartphone a scuola deve rimanere spento e tenuto nello zaino o nella giacca. Si accende solo se richiesto dai prof per attività didattiche. Diversamente, al primo richiamo lo studente se lo vede ritirare: viene portato in vicepresidenza e chiuso in cassaforte. Al secondo richiamo scatta la sospensione dalle lezioni ma con obbligo di frequenza, ed è appunto quello che è accaduto ai primi 4-5 allievi «recidivi» della scuola, che si sono fatti sorprendere per la seconda volta a usare abusivamente il cellulare. Ora passano le mattine nell’istituto a pulire corridoi o a riordinare faldoni quasi dimenticati di documenti.
Per nulla sorpreso il preside Gianluca Spagnolo: «Purtroppo lo immaginavo. Ho chiesto ai professori di essere abbastanza clementi fino alla fine dell’anno, perchè il regolamento è entrato in vigore a scuola iniziata. Però c’è e va rispettato. Se dopo un primo richiamo l’allievo persevera, è chiaro che non si può essere indulgenti».
Il decalogo nella parte dedicata alle sanzioni, in caso di «utilizzo reiterato» prevede espressamente per l’allievo «la sospensione dalle lezioni di uno o più giorni a seconda della gravità e la convocazione della famiglia per concordare azioni educative adeguate». Le «azioni educative» sono in genere la pulizia in alcune parti dell’istituto o la sistemazione di spazi poco utilizzati. «Facciamo loro fare lavori impegnativi – continua Spagnolo -, che permettono ai ragazzi di riflettere su come si sono comportati. Quindi li armiamo di scopa e paletta, piuttosto che di strofinaccio, e li facciamo lavorare». E i genitori sono d’accordo? «Abbiamo trovato piena condivisione del documento da parte della famiglie e ci fa piacere – risponde il preside -. D’altronde il nostro obiettivo è quello di insegnare ai ragazzi a limitare l’utilizzo di uno strumento che può essere utile quando deleterio per l’allievo stesso. Molti di loro non capiscono che si può anche fare a meno del cellulare. Fino agli Anni 90 era così».
Il regolamento prevede anche punizioni per chi viene sorpreso a usare il telefonino o qualsiasi altro dispositivo durante una verifica scritta: questa verrà ritirata e non classificata. Inoltre non sarà più possibile recuperare a fine quadrimestre, ma solo a fine anno. E se anche in quell’occasione lo studente dovesse ripetere lo stesso errore, la prova verrà annullata e si manterrà il primo voto assegnato.

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