Con la firma dei rettori di altri 46 atenei di diversi continenti si è aperta a Bologna la cerimonia per il ventesimo anniversario della firma della Magna Charta Universitatum. Il documento, redatto su iniziativa dell’università di Bologna e sotto l’egida dell’associazione degli atenei europei, fu firmata solennemente nel 1988 da 400 rettori nel capoluogo emiliano. La carta enuncia e sancisce i principi della libertà di insegnamento e di ricerca oltre al ruolo educativo e sociale degli atenei.
Oggi con la firma dei nuovi aderenti che sfilano in tocca e toga, ciascuno secondo la tradizione della propria università, sale a 627 il numero degli atenei che si riconoscono in quel documento di cui ha rilevato l’importanza in un messaggio anche il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Nei tre giorni sono stati organizzati diversi eventi culturali fra cui un convegno per approfondire e discutere le principali tematiche che riguardano gli atenei.
L’autonomia del sapere. Nello specifico, il presidente Napolitano ha espresso “vivo apprezzamento” per le celebrazioni del ventesimo anniversario della Magna Charta: «Con quel documento, di cui l’Alma Mater Studiorum fu eletta custode, la comunità universitaria internazionale enunciava con forza il principio dell’autonomia del magistero accademico da ogni forma di condizionamento politico o ideologico – osserva il capo dello Stato – sottolineando l’inscindibilità dell’attività didattica da quella di ricerca e il fondamentale valore educativo del dialogo permanente, la ‘Magna Charta Universitatum’ ha ribadito l’imprescindibile ruolo delle istituzioni universitarie nella formazione intellettuale, civile e sociale delle giovani generazioni».
Nuove adesioni. «Merito dell’Osservatorio della Magna Charta e dell’Università di Bologna avere creato le condizioni a che altre università si aggiungano a quelle originarie, nel riconoscere e ribadire i principi fondamentali che reggono l’istituzione universitaria», spiega Fabio Roversi Monaco, già rettore dell’ateneo bolognese e presidente dell’Osservatorio. Il programma della tre giorni prevede un ricco calendario di appuntamenti e temi che verranno discussi, a partire dal ruolo degli atenei in epoca di globalizzazione al significato della libertà accademica.
Manuel Massimo
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