No all’aumento dell’orario di lavoro senza un conseguente aumento della retribuzione: i sindacati, impegnati nella trattativa per il rinnovo del contratto della scuola, un nodo da sciogliere rispetto all’ipotesi contenuta in una bozza di contratto proposta dall’Aran. «Non possiamo avere aumenti di ore di lavoro senza una retribuzione adeguata», dichiara al Corriere della Sera il segretario generale Uil Scuola, Pino Turi. Mentre Maddalena Gissi, responsabile della Cisl Scuola, invita a «non entrare nel tritacarne della campagna elettorale».
Nella bozza dell’Aran (che sta girando sui social) c’è un articolo in cui vengono precisate tutte le funzioni che fanno capo ai docenti, incluse quelle riferite al cosiddetto organico del potenziamento, ma questo non deve tradursi per forza un aumento delle ore gratuite. In ogni caso nel confronto all’Aran la questione dell’orario non è stata affrontata e il prossimo incontro dovrebbe esserci la prossima settimana. Al momento la discussione è ferma sulle relazioni sindacali. Nella bozza di cui si parla in queste ore comunque non c’è alcun riferimento a un orario aggiuntivo frontale didattico. Il presidente dell’Anp, Antonello Giannelli, chiarisce: «Chiunque si occupi di scuola sa che oltre alle ore frontali di insegnamento i docenti svolgono altre attività straordinarie retribuite con salario accessorio (Mof). Gli straordinari quindi già si fanno. Attualmente però certe modalità non sono codificate. In tutti i contratti in cui ci sono spazi di flessibilità è previsto che la parte datoriale possa chiedere attività in più che vengono naturalmente retribuite. Ecco – osserva Giannelli – si tratta di regolamentare questi aspetti anche nella scuola».
Ma quante ore lavorano gli insegnanti? Le attività di insegnamento sono 25 ore settimanali nella scuola dell’infanzia, 22 ore settimanali nella scuola elementare (+ 2 di programmazione), 18 ore settimanali nelle scuole e istituti d’istruzione secondaria ed artistica, distribuite in non meno di cinque giornate settimanali. Ci sono poi altre 40 ore annuali per le riunioni del collegio docenti e le sue articolazioni. Altre 40 ore massime sono poi dovute per i consigli di classe, che possono essere molto variabili a seconda del numero di classe di un docente. Oltre a queste vanno aggiunte le ore di scrutini ed esami, non quantificate ma obbligatorie. Sono poi considerati obblighi contrattuali dovuti la vigilanza degli alunni all’entrata a scuola, all’uscita e durante l’intervallo, nonché il ricevimento delle famiglie degli alunni, generalmente 1 ora alla settimana più un paio di incontri all’anno per un intero pomeriggio. Infine ci sono le attività aggiuntive e le ore eccedenti. Queste sono volontarie e regolate dal contratto d’istituto (esistente dall’anno 2000, e sottoscritto da dirigente e RSU).
Quest’ultimo genere di attività (aggiuntive ed eccedenti) non sono obbligatorie (e quindi sono retribuite in aggiunta allo stipendio base, attraverso il cosiddetto Fondo d’Istituto o appositi fondi specifici) e consistono in attività molto differenti, decise autonomamente da ogni singola scuola. In generale si articolano in 3 grandi categorie: attività progettuali, iniziative di recupero degli alunni in difficoltà (confondo ulteriore per le scuole superiori per i cd. corsi di recupero) e attività aggiuntive funzionali all’insegnamento. Sono proprio queste le attività che andrebbero regolamentate dal contratto, se la bozza venisse confermata.
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