Un filosofo filonazista all’università di Messina. Alexandr Dugin parlerà il prossimo 11 giugno e scoppia la bufera sull’accademia peloritana. L’evento, che si terrà alla sala Cannizzaro del Rettorato, è organizzato da alcune associazioni della destra locale, ha già provocato l’indignazione della Federazione italiana associazioni partigiane che ha chiesto all’università di riconsiderare l’opportunità “della presenza di Dugin all’interno dell’ateneo”, dice Antonio Matasso della Fiap. Perché? “È il caso di ricordare che si tratta di un personaggio inquietante che teorizza il cosiddetto neo-eurasiatismo, vale a dire la costruzione di un blocco politico e strategico imperniato sulla Russia in aperta antitesi ai valori dell’Occidente democratico e liberale- spiega in una nota la Fiap -. Nemico dichiarato di Israele, si nasconde dietro quell’antisionismo che, per molti elementi dell’estrema destra, serve spesso a celare un sostanziale antisemitismo. Si richiama apertamente al filosofo razzista e fascista italiano Julius Evola ed in Russia ha costituito gruppi politici denominati ‘nazionalbolscevichi’, il cui contrassegno era la bandiera del Terzo Reich con al centro lo stemma sovietico in versione nera, al posto della svastica”.
E il comunicato con cui viene annunciato l’intervento di Dugin a Messina non sembra dar torto alla spiegazione dei partigiani: “I suoi numerosi libri stanno uscendo dalla nicchia del politicamente scorretto e incominciano a circolare anche al di fuori dei circuiti delle case editrici alternative e culturalmente non omologate al pensiero unico”, questo è parte del contenuto del comunicato stampa inviato ai giornalisti lo scorso sabato mattina da un addetto stampa locale per annunciare l’arrivo di Dugin, definito, sempre nel comunicato come “diversamente europeo”.
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