La guerra della toilette va in scena all’Università di Torino. Dopo i bagni “gender free” promossi dagli Studenti Indipendenti in queste settimane, il progetto della lista di sinistra dell’ateneo è stato cancellato dal Fuan, il gruppo di destra un tempo legato al Movimento sociale italiano. Alcuni giorni fa infatti gli attivisti dei Si avevano sostituto i cartelli con le indicazioni per “uomo” e “donna” nei bagni di Palazzo Nuovo, storica sede dei dipartimenti umanistici di Unito, con “categorie binarie alternative”: “Alcuni studenti si sono trovati davanti alla scelta se andare in un bagno Aperol o nel bagno Campari, se andare in quello per le persone con gli occhiali o in quello per chi non li aveva occhiali, nel bagno per depilati o nel bagno per non depilati e così via” spiegavano in un post su Facebook, pieno di asterischi per rispettare le regole del genere.
Le ragioni sono legate appunto al contrasto degli stereotipi di genere: “In qualsiasi luogo pubblico esistono bagni riservati a uomini e bagni riservati a donne, non permettendo alle persone che sono in transizione di rispettare la propria identità o espressione di genere – si legge nel lungo post – Circa il 2 per cento della popolazione in realtà nasce con caratteristiche cromosomiche o ormonali e anatomiche varie e non definibili all’interno del binarismo di genere creato socialmente. Molte persone non si riconoscono nel genere imposto, decidendo di intraprendere o meno percorsi di transizione (che possono essere chirurgici, ormonali o semplicemente sociali senza porre alterazioni fisiche). Queste persone oltre ad essere socialmente invisibilizzate e stigmatizzate perché non aderenti alla norma, devono quotidianamente subire violenze legate ad una cultura estremamente binaria che le marginalizza. Un esempio è quello dei servizi igienici”.
L’obiettivo dell’iniziativa era rendere evidente come le categorie chiuse sono sempre escludenti: “Per questo oggi abbiamo deciso di rendere neutri i bagni di Palazzo Nuovo, perché non vogliamo invisibilizzare persone trans, con genere fluido o non binarie, perché la violenza sui corpi avviene anche tramite il negare l’autodeterminazione della propria identità” aggiungevano. Ieri però gli studenti di destra del Fuan hanno “annullato” il progetto: “Si tratta di un’iniziativa inutile – attaccano in un comunicato – Siamo intervenuti ripristinando la corretta suddivisione di genere dei bagni e ribadendo come, nella presenza di un determinato organo sessuale, non vi sia insita alcuna discriminazione. Noi saremo sempre al fianco di quegli studenti che chiedono un’università normale. Noi saremo sempre contro coloro che, con una demagogia spicciola, promuovono violenza e intolleranza all’interno dell’Università”.
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